
Ogni settimana sono mille le discussioni che riguardano il progetto del desktop grafico GNOME a susseguirsi sui vari canali delle community intorno al progetto, e non potrebbe essere altrimenti, vista l’importanza capitale che ricopre il desktop environment utilizzato come default da Debian, Ubuntu e Red Hat.
Ci sono discussioni effimere, come quella a proposito della destinazione dei tasti per l’AI, altre audaci, come la creazione di una propria distribuzione gestita in autonomia, e, sbirciando qui e là, ce ne sono anche di polemiche, come quella innescata dagli utenti di Slashdot che auspicano un cambio di leadership nel progetto, poiché questo, a loro dire, ha perso la funzione di “servizio” nei confronti degli utenti desktop/laptop.
Sia quel che sia, ogni decisione che riguarda GNOME ha un’importanza molto rilevante per tutto l’ecosistema GNU/Linux ed è per questo che la notizia riportata da Phoronix potrebbe assumere toni importanti, se venisse davvero realizzata nel lungo termine.
In risposta ad un utente che proponeva di disaccoppiare i software GNOME dagli RPM per farli finire all’interno di pacchetti Flatpak, ecco che Michael Catanzaro, Red Hat engineer parte del team desktop, ha risposto in maniera abbastanza sorprendente:
Removing RPM applications is my long term goal, but I’m not sure how quickly we’ll be able to get there.
La rimozione degli RPM delle applicazioni è l’obiettivo a lungo termine, ma non sono certo di quando riusciremo a raggiungerlo.
Quindi non solo la questione è vagliata, ma è proprio nei programmi.
È bene precisare: si sta parlando delle applicazioni GNOME, quindi tutto lo strato di applicazioni che contribuiscono al funzionamento dell’ambiente desktop, ed il processo è in linea con le decisioni del progetto Fedora che vorrebbe sempre più affidarsi ai Flatpak per la gestione dei pacchetti.
Sarà una buona idea? I pareri, leggendo i commenti, sono piuttosto discordanti, poiché secondo molti una totale gestione mediante Flatpak non farebbe che aumentare la complessità e ridurre le performance di un ambiente che già di suo non è leggerissimo.
Chissà poi come si porrà Canonical, la cui distribuzione Ubuntu utilizza GNOME come ambiente desktop di base, nei confronti di questo potenziale sviluppo, considerato quanto l’azienda di Mark Shuttleworth stia spingendo per l’adozione dei pacchetti Snap (verosimilmente provenienti dal proprio marketplace). Ricordate il bug di Ubuntu 24.04 che “impediva” di installare pacchetti .DEB?
Dovessero attuarsi le volontà di GNOME un utente potrebbe trovarsi con un sistema in cui coesistono i pacchetti .deb classici, i pacchetti Flatpak per l’installazione di GNOME e, infine, tutti gli altri pacchetti software installati mediante Snap.
Se qualcuno sta pensando alla parola “sicurezza”… Sappia di non essere solo!
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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