Nella recente KubeCon nord americana, l’evento che riunisce tutti i grandi player del mondo open-source, l’azienda tedesca SUSE ha annunciato diverse novità in merito al brand dei propri prodotti che confermano la volontà di affermarsi nei mercati che, al momento, le sono inediti.
In realtà i prodromi di questi annunci si sono visti già negli scorsi mesi, ricorderete la richiesta fatta lo scorso luglio al progetto openSUSE di non utilizzare più il nome SUSE all’interno della distribuzione o prima ancora l’ingresso nel mercato dei cloni RHEL (concomitante l’End Of Life di CentOS 7) con SUSE Liberty Linux Lite e la partecipazione più che attiva al progetto OpenELA.
L’articolo di ZDNet in merito agli annunci fatti a Salt Lake City non fa altro che confermare questo trend, andando appunto a raccontare di come alcuni tra i prodotti SUSE più conosciuti e venduti verranno chiamati in maniera differente, nello specifico:
- Rancher, la distribuzione Kubernetes di SUSE, diventa SUSE Rancher.
- Liberty Linux, la distribuzione clone di RHEL, diventa SUSE Multi Linux Support.
- Harvester, la soluzione per la virtualizzazione, diventa SUSE Virtualization.
- Longhorn, il progetto storage, diventa SUSE Storage.
Insomma, si fa in fretta a capire come l’idea sia quella di mettere la parola SUSE ovunque (il che giustifica ulteriormente quanto citato in apertura a proposito della richiesta fatta al progetto openSUSE).
La scelta è particolare, e rientra nella categoria “meglio tardi che mai†poiché tutte le grandi aziende Enterprise, in primis la capostipite e più importante Red Hat, hanno sempre fatto del branding un aspetto centrale dei propri prodotti. Basti pensare a come non esista un prodotto distribuito da Red Hat che non abbia la parola Red Hat nel suo nome.
Ci sono poi altri prodotti e servizi che rientrano in questo contesto. Ad esempio la soluzione SaaS per l’observability che, per l’appunto, si chiama SUSE Observability, così come SUSE Security (precedentemente conosciuta come New Vector) che è parte dell’offerta SUSE Rancher Prime.
Poteva poi mancare la parola del momento? Assolutamente no, infatti tra i prodotti presentati ecco arrivare anche SUSE AI, prodotto che, manco a dirlo, fornisce una piattaforma sicura per l’erogazione e lo sviluppo di applicazioni AI.
Insomma, con gli annunci al KubeCon SUSE conferma la volontà , con il suo miliardo di fatturato, di vole essere il primo competitor di Red Hat, e l’idea è quella di “invadere†con un brand ancora più chiaro nuovi mercati.
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità , HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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