Dal 28 luglio al 4 agosto 2024 si è svolta a Busan, in Corea del Sud la 25° conferenza Debian che tutti conoscono come DebConf, il momento annuale che contributori, sviluppatori e maintainer usano per condividere progressi e definire il futuro della distribuzione community per eccellenza.
Come annunciato via Linkedin i numerosi contributi video provenienti dall’evento sono stati condivisi all’interno dello spazio pubblico nel quale tutti i video, identificabili da delle descrizioni che aiutano a capirne il contenuto, possono essere scaricati e visionati.
Tra le novità più importanti che sono state annunciate ve n’è una che si riferisce ad APT (Advanced Package Tool), lo storico strumento che consente di gestire in maniera automatizzata le dipendenze dei pacchetti che si vogliono installare all’interno della distribuzione.
A descrivere nel dettaglio la portata dei cambiamenti che avverranno ci pensa questo articolo di The New Stack, dove viene presentato nella sua interezza Solver3, creatura dello sviluppatore Julian Andres Klode, il cui scopo dovrebbe essere quello di ridurre il tempo necessario per aggiornare le dipendenze necessarie ai pacchetti e consentire agli amministratori di prendere decisioni migliori su quali siano i pacchetti software correlati ai propri software.
L’ultima release di APT, la 2.9.3, include Solver3 in versione alpha/sperimentale ed una versione beta dovrebbe essere pronta per Debian 13 “Trixieâ€, l’uscita Debian pianificata per febbraio 2025. Se tutto procederà come previsto Solver3 sarà il risolutore predefinito nella successiva release Debian 14 “Forkyâ€, prevista in uscita per il 2027.
Il cambiamento è importante, poiché arriva 20 anni dopo l’introduzione di APT che è sempre stato uno degli elementi differenzianti di Debian rispetto alla concorrenza. Come correttamente citato dall’articolo, a voler ben vedere APT è stata la ragione per cui distribuzioni derivate come Ubuntu (per dirne una) hanno avuto vita facile nello sfruttare la base dei pacchetti Debian su cui poi personalizzare i propri pacchetti.
Chiaramente le cose si sono evolute nel tempo e Solver3 si pone come baluardo per adeguare quelle che sono le nuove esigenze dell’era cloud-native per lo storico gestore dei pacchetti. Nella pratica ciò che questa componente software fa è determinare, mediante un algoritmo, quali pacchetti devono essere aggiunti come dipendenze quando un nuovo pacchetto applicativo viene aggiunto all’ambiente e gestire anche l’opposto, ossia quali dipendenze vanno rimosse quando non sono più richieste da alcun pacchetto.
L’ottimizzazione rispetto ai processi attuali riguarda soprattutto i tempi, come dice Klode, citato nell’articolo:
So what happens is that it actually traverses all the dependencies in the archive, and checks if everyone is satisfied or not. It’s just an enormous waste of time, which worked, I guess, 26 years ago, because there weren’t a lot of packages and even much less dependencies in the archive. But these days, things are way too complicated to do every dependency in the archive.
Quindi, ciò che accade è che in realtà [APT] attraversa tutte le dipendenze nell’archivio e controlla se sono soddisfatte o meno. È solo un’enorme perdita di tempo, che ha funzionato, credo, 26 anni fa, perché non c’erano molti pacchetti e ancora meno dipendenze nell’archivio. Ma oggigiorno, le cose sono troppo complicate per fare ogni dipendenza nell’archivio.
Il lavoro su Solver3 ridurrà le tempistiche di processo delle dipendenze all’interno delle build dal 45% attuale a solamente il 15%, oltre a migliorare anche altri aspetti generali del processo di build.
Insomma, un balzo in avanti necessario che porterà ancora una volta Debian a mantenere il proprio status di distribuzione GNU/Linux innovativa ed al passo coi tempi.
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità , HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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