È un periodo di particolare attività per la Free Software Foundation Europe (FSFE). Se infatti a settembre abbiamo raccontato di come il survey indetto dall’Unione Europea ignorasse i progetti open-source e di come la FSFE invitasse a compilarlo premendo sui temi a noi cari, ecco una nuova iniziativa che coinvolge la Commissione Europea, stavolta con Apple.
La questione ruota tutta intorno al Digital Markets Act (DMA), una normativa europea mirata a tutelare il mercato digitale e garantire maggiore apertura e concorrenza.
Ora, Apple ha recentemente intrapreso un’azione legale per evitare di adeguarsi alle norme del DMA, e la FSFE è determinata a contrastare questa posizione in modo da sostenere un ambiente favorevole agli sviluppatori.
Essendo Apple una delle aziende tecnologiche più influenti al mondo, inevitabilmente il suo potere ha un impatto significativo su vari aspetti del software e dei dispositivi, e secondo la FSFE questa dominanza limita la concorrenza e ostacola la libertà del software.
Per farla breve, secondo la FSFE danneggia quella che viene definita democrazia digitale.
In questo contesto il Digital Markets Act rappresenta la risposta dell’Unione Europea a questo tipo di potere aziendale, imponendo obblighi ai così detti “gatekeeper†, ossia aziende molto grandi con un controllo decisivo su mercati digitali.
Secondo la normativa, Apple è tenuta (tra le altre cose) a consentire l’installazione e la disinstallazione di software, a vietare applicazioni preinstallate non rimovibili, a supportare store di terze parti e a garantire l’interoperabilità tra software e hardware.
Cose decisamente non da poco, che in qualche modo tutti darebbero per scontate, ma che in realtà a quanto pare non lo sono affatto.
Poco più di un anno fa, nel settembre 2023, la Commissione Europea ha designato Apple come “gatekeeperâ€, obbligandola quindi a rispettare le norme del DMA per il suo sistema operativo, il suo app store e il suo browser. Tuttavia, Apple si è opposta con determinazione a questi obblighi e ha avviato una causa legale contro la Commissione Europea a novembre 2023.
Nel febbraio del 2024 la FSFE ha deciso di intervenire nel caso nel febbraio 2024 per sostenere l’applicazione del DMA in modo favorevole agli sviluppatori, ed a guidare l’iniziativa c’è Martin Husovec, un avvocato con una vasta esperienza nel settore delle cause strategiche, il quale afferma:
Becoming an intervener in this case is crucial as the FSFE is representing the civil society perspective, which enriches the judicial proceedings. This allows the court to make fully informed decisionsEssere parte di questa causa è cruciale perché permette alla FSFE di rappresentare la prospettiva della società civile, arricchendo così le decisioni giudiziarie.
Si fa in fretta a capire come la posizione della FSFE sia in realtà quella di tutti gli utenti (non solo quelli del software libero) ed i benefici nell’applicazione di quelle “sempliciâ€, ma cruciali regole, determineranno il futuro degli sviluppi software e, presumibilmente, faranno scuola.
Un conflitto che appare molto Davide contro Golia, ma fortunatamente il “nostro†Davide, ossia la FSFE, ha un alleato importante rappresentato dall’Unione Europea.
L’articolo chiude con un invito alle donazioni, poiché come più volte sottolineato nell’annuncio la FSFE è l’unica organizzazione sociale civile ad essersi attivata in questo caso, quindi che sia in denaro o visibilità , se ci tenete al software libero, diffondete!
Raoul Scarazzini
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità , HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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